E' primavera. Dovrei esserne felice, dovrei guardare gli alberi risvegliarsi dal loro torpore invernale con speranza e rispetto, invece no. Ho temuto questo momento per mesi, perchè la primavera è il tempo dei pesticidi nel Trentino delle mele, il tempo dei trattori accesi tra le case alle 5 del mattino, dei contadini più anziani che irrorano senza seguire le regole di sicurezza per sé e per gli altri.
Di fronte al condominio dove vivo c'è un campo di mele, piccolo, modesto, un appezzamento di forse 30 metri per 30 metri, eppure la quantità di pesticidi che ho visto irrorare su quei pochi, piccoli meli ogni anno è impressionante, come è impressionante vedere le galline dello stesso contadino cercare vermicelli nello stesso campo e il suo cane scorrazzare tranquillo.
Alcuni animali ci sono, ma non ci sono più api, coccinelle e vermi, sì vermi. Il contadino una volta mi ha detto che dovrei essergli grata perchè grazie al suo intervento non avrò vermi in casa. Oh grazie, non ho nemmeno piante sul poggiolo grazie a lei, mio caro contadino, e ho il poggiolo corroso dalle sostanze che lei spruzza senza pietà.
Dall'anno scorso almeno gli interventi contro i vermi sono diminuiti ad un paio di spruzzate alla settimana, perchè la denuncia che ho sporto ai carabinieri ha sortito almeno un piccolo effetto di spaventare il contadino irrispettoso, che dopo alcune minacce a vuoto ha deciso di concederci di non atomizzare il primo filare davanti al condominio, ma dal metro successivo, avanti tutta.
In Val di Non, dove coltivano la famosa mela con il bollino, i cittadini sono sul piede di guerra da anni e recentemente un dibattito ha portato ad interessanti conclusioni:
http://www.ladige.it/popular/salute/2016/03/20/pesticidi-studio-residenti-val-non-agiscono-dna-passano-mamma-feto "Il dibattito sui pesticidi c’è ed è pure molto acceso.
Nell’affollatissima sala dell’Istituto comprensivo di Cles, si è svolto
il convegno «Ambiente è salute: esposizione cronica a pesticidi e Dna umano», presentazione della prima ricerca scientifica su alcuni residenti della Val di Non ed organizzata dal Comitato per il diritto alla salute." Così riporta il primo paragrafo dell'articolo e la rete non si ferma qui, lottando con petizioni e ricerche su pagine come NO AI PESTICIDI https://www.facebook.com/groups/1629235214025737/?fref=nf
Pur comprendendo le necessità economiche dei contadini e le pretese senza senso del consumatore che vuole una mela perfetta, lucida e malefica, non posso giustificare questo tormento, soprattutto a fronte delle continue conferme da scienza e buon senso sugli effetti devastanti dei pesticidi.
Soprattutto non possiamo ignorare i successi dell'agricoltura biologica e biodinamica che ci regalano frutta e verdura varia, con difetti e gusto vero.
No non posso tollerare che alle 5 del mattino si accenda un trattore per irrorare su questo:
Alla distanza che c'è tra il condominio e il campo:
Servono più regole e più controlli, serve più buon senso e collaborazione, più dialogo forse. Sì perchè i contadini dicono che è colpa della gente che va a vivere in campagna, ma i terreni li hanno venduti loro alle case costruttrici e non potevano aspettarsi che le persone sarebbero state zitte.
Sarebbe bello che i contadini capissero che le norme di sicurezza tutelano sopratutto loro, che vivono a pochissimi metri da quei campi, così come i loro animali, i loro figli e le mele che mangeranno e che mangeremo.
Il futuro è nelle nostre mani, ma si deve agire, si deve distribuire consapevolezza e buon senso. Speriamo piova poco questa primavera, meno piove e meno irrorano a quanto pare.
“Probabilmente
ci sono parole che sono rivolte esattamente alla nostra condizione e
che, se potessimo veramente udirle e capirle, sarebbero, per la nostra
vita, più salutari del mattino o della primavera; e forse ci farebbero
vedere le cose sotto una diversa luce" - Henry David Thoreau
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