lunedì 23 maggio 2016

Se solo non me ne importasse - la lunga via della consapevolezza


A volte penso a come sarebbe la mia vita se solo non me ne importasse: se non mi importasse più dei pesticidi, degli ogm, del tiip, dei diritti degli animali e del benessere del pianeta.
Come sarebbe la mia vita se il mio primo pensiero la mattina non fosse controllare se all'alba vi fossero state irrorazioni selvagge, guardare quanti nuovi iscritti vi fossero stati alla pagina di No Pesticidi, cercare di vivere con il minor impatto possibile e mantenere il focus sull'ambiente tutto il tempo?
Come sarebbe andare al supermercato e buttare le cose nel carrello a caso, senza nemmeno leggere le etichette o senza nemmeno sapere se si trattasse di un prodotto di una multinazionale o di un locale? Come sarebbe prendere la prima verdura che capita anziché recarsi alla Biocesta e lavare tutta la terra biologica, tagliare via insetti e vermetti per riportarli nella terra?
Come sarebbe la vita se io non pensassi alla sofferenza di tutti gli animali chiusi in allevamenti lager, trasportati su camion sotto il sole estivo senza acqua e cibo?
Certo sarei meno stressata, perché inutile negarlo, questa realtà quando inizi a percepirla, è stressante. Improvvisamente ti rendi conti che ci sono tante cose che non puoi cambiare subito e questo è molto frustrante, ti rendi conto che le cose che puoi cambiare subito, sono una piccola goccia nel mare e vorresti subito di più. Ogni giorno brami per convincere chi ti sta vicino ad aprire gli occhi, ma sapendo che i percorsi di consapevolezza richiedono tempo e sono solitari, non esageri ed aspetti.
La mattina leggi notizie su cani torturati, mucche cadute dai camion in strada, pulcini tritati, scimmie smembrate. Come potresti stare bene? Come potresti umanamente non pensare a chi soffre in modo deliberato per il piacere umano? Certo, la vita sarebbe un'altra cosa, sarebbe una specie di sogno nebuloso ad occhi semichiusi. 
Potrei vivere e sopravvivere facendo finta di niente, pensando che io non posso cambiare nulla, pensando che in fondo non sono io a dover fare la differenza e che alla fine decidono sempre i potenti. Potrei, ma non posso. Potrei, ma non voglio. 
Mi importa, mi importa così tanto che sono disposta a stressarmi, mi importa così tanto che sono disposta a farmi venire l'angoscia, mi importa così tanto da perderci ore tutti i giorni. Mi importa perché non potrei vivere normalmente ora che so la verità, ora che sono consapevole e so che anche il mio contributo conta.
Mi importa perché ci sono tante persone alle quali importa e io sono fondamentale quanto tutti loro, mi importa perché ogni giorno risparmio acqua e risorse che andrebbero sprecate negli allevamenti intensivi, mi importa perché non potrei guardarmi allo specchio sapendo di aver tratto piacere nel mangiare un animale con gli stessi occhi del mio cane.
Mi importa perché infondo so di aver sempre saputo la verità, in cuor mio ho sempre saputo quale fosse la scelta giusta, anche se tentavo di coprirla con assurde scuse.
Mi importa perché anche un solo animale salvato conta, perché anche solo un agricoltore che sceglie bio al posto dell'intensivo conta, perché tutto è interconnesso e quello che prendi poi lo devi restituire.
Forse un giorno imparerò a fare tutto questo senza stressarmi, forse ora sono ancora troppo incredula di come funzioni davvero il mondo e mi devo ancora aggiustare.
E' un po' come quando si addormenta un braccio, fino a quando non lo muovi non fa male, non senti niente. Quando decidi di "risvegliarlo" fa male, malissimo, punge ed è un processo piuttosto doloroso e lungo, ma alla fine riesci a recuperare completamente la percezione del tuo braccio.
Diventare consapevoli di quello che ci accade attorno a noi è esattamente la stessa cosa, dapprima ci crogioliamo in quell'intorpedimento perfetto e poi quando iniziamo la fase di risveglio stiamo male, ci arrabbiamo, non capiamo i perché e non sappiamo nemmeno se stiamo compiendo tutte le mosse giuste, ma eventualmente ci aggiustiamo e finalmente ci svegliamo.


Se solo non mi importasse, sarebbe più facile, ma sarebbe solo finzione.

martedì 10 maggio 2016

Per le emergenze: Vital del Mastro Panettiere Pane senza glutine Schär - pane confezionati ai cereali

Andiamo a considerare qualche buona alternativa per quando non c'è tempo per l'autoproduzione

Il pane è un alimento base dell'alimentazione italiana e sicuramente quando pensiamo al pane, ci vengono in mente quelle leggendarie pagnotte di Altamura o gli sfilatini caldi e croccanti delle panetterie artigianali. 
Io solitamente il pane lo produco in casa, usando il lievito madre, farine biologiche e tanti semi nutrienti. Purtroppo non tutti hanno tempo per autoprodurre tutte le settimane (o ogni due come faccio io, utilizzando poi il freezer per conservare il pane), ma sopratutto non tutti sono in grado di tollerare il glutine. In generale fare il pane in casa non facilissimo, richiede lavoro e pazienza, sopratutto agli inizi, farlo senza utilizzo di glutine potrebbe risultare ancora più difficile (ma non impossibile grazie alla quantità in aumento di preparati e farine apposite).

A volte mi piace prendere delle pause dal glutine, per variare la dieta e assumere diversi tipi di benefici dagli alimenti che mangio. Questo pane di Schär, chiamato Vita, è un pane a base di cereali e gli ingredienti non sono male per essere un pane confezionato.




















Questo pane è ricco di fibre e di farine proteiche, come quella di sorgo, quinoa e di ingredienti più leggeri da digerire, come la mela, la farina di riso e la farina di castagne.
Sul sito c'è scritto che non ci sono uova o lattosio aggiunti, ma sarebbe interessante capire se questo pane è adatto per una dieta vegana e per chi è allergico al latte. 
Il basso contenuto di grassi (2,8 g per 100 g), di zucchero e sale (rispettivamente 0.3 g per 100 g), lo rendono un pane adatto anche a chi cura il suo regime dietetico e non vuole rinunciare ad una fetta di pane.
Il gusto è buono. Non è il solito pane confezionato che sa di alcool e di farina bianca. L'aggiunta di cereali e le varie farine sono sicuramente molto gustose e lo rendono adatto sia ad un consumo dolce, che salato.
Io lo ho tostato, anche se sulla confezione c'è scritto che non serve. Effettivamente non serve, ma io adoro il pane tostato, sopratutto quando ha questa forma perfetta per il tostapane!
Lo ho mangiato con uno spalmabile di soia al gusto pomodoro di Spar Austria, verdure fresche e fave crude!


In generale lo promuovo! Ripeto, preferisco l'autoproduzione per mille motivi, ma in caso di bisogno o emergenza, questo pane è davvero una valida alternativa. Attendo notizie riguardo alla certificazione vegan che mi rassicurerebbe in toto sulla non presenza di derivati animali! 
La vista e il profumo di un pane appena cotto ha un fascino romantico che trascende qualsiasi altra riuscita culinaria. - Elisabeth Luard -


Tao Te Ching verso 16 - verse 16 - ITA and ENG

  "Ritornare alle radici significa trovare la pace. Trovare la pace significa onorare il proprio destino. Onorare il proprio destino è ...