sabato 31 ottobre 2015

Paola Maugeri ai Vegan Days di Padova - una persona vera, che parla di cose vere

Oggi a Padova si apriva la prima giornata dei Vegan Days ospitati all'interno della manifestazione Tuttinfiera 2015. Ad aprire la manifestazione è stata la nota gionalista e dj Paola Maugeri. Io ho sempre ascoltato Paola alla radio, ma non ho mai avuto modo di leggere i suoi libri e le sue posizioni riguardo al mondo vegano. Così mi sono alzata alle 6 del mattino ed ho deciso di andare a Padova a sentire di persona di cosa si trattasse. Mi domandavo se anche lei fosse dell'ennesima star che appoggiava il veganesimo per avere visibilità o se si trattasse di una vera promotrice dei diritti degli animali e del benessere di persone e pianeta.



Paola è una persona seria, serissima sul veganesimo, così seria che quando le chiedono se è comune che i vegani siano esclusi dalla cerchia sociale di appartenza, lei risponde che quando diventò vegana , il termine nemmeno lo conosceva e scoprì di essere vegana grazie alla Vegan Society di Londra. Da allora ha iniziato a girare il mondo con il passaporto "vegano" che traduce il termine in tutte le lingue del mondo. 
La Maugeri non è a Padova per la visibilità. Certo, sta presentando il suo nuovo libro Alla salute! http://www.librimondadori.it/libri/alla-salute-paola-maugeri e per mettersi alla prova cucinando qualcosa per il pubblico incuriosito, ma sopratutto risponde alle domande in modo umano, chiaro, semplice e verace. Per lei non è uno scherzo, proprio per niente, lei è vegetariana da 34 anni e vegana da 16, racconta di quando comprò il suo primo estrattore negli anni Novanta, imparando da sè come abbinare i diversi gusti e i nutrienti per ottenere una serie di frullati ed estratti che propone proprio nel libro che presenta in fiera. Una signora, mentre Paola taglia le banane per il frullato banane, semi di chia e latte di mandorla (che ho avuto la fortuna di assaggiare) le chiede se secondo lei il pubblico lì ad ascoltarla fosse tutto vegano e la Maugeri risponde una cosa tipo: "spero di no! sai che palle!" La sua dimostrazione è aperta a tutti, ci tiene a dire che siamo tutti diversi e questa diversità va preservata. Lei non approva il fatto etichettare le persone per le loro abitudini alimentari, trova la cosa poco elegante. Su questo ha ragione, ma per lavorare nel mondo del web e dei social ci serve una parola che racchiuda un pensiero complesso, rappresentativo di un intero stile di vita.




Intanto Paola prepara il frullato come se lo stesse facendo per i suoi figli, aggiungendo altre banane e semi di chia durante le chiacchiere con il pubblico, perchè ad occhio probabilmente le sembra troppo liquido e poco saporito. Lei è così. Confessa di non usare dosi precise (adorooo, anche io odio dare i dosaggi) di non scriverle nemmeno nei suoi libri, perchè si deve sperimentare, assaggiare e sporcarsi le mani, ritrovando la propria dimensione con il cibo, il nutrimento e il corpo stesso. Una delle prime domande riguarda l'apporto di vitamina B12 e ferro. Lei racconta la sua esperienza personale in modo candido, senza imporsi come scienzata, ma come mamma che personalmente ha sperimentato cosa volesse dire nutrirsi di vegetali, sole e ossigeno per stare bene. Ad un certo punto fa anche sedere una mamma che sta allattando in piedi e si premura che quest'ultima abbia anche un bicchiere di frullato per ritrovare le forze.

Una domanda sull'olio di palma colpisce particolarmente Paola che si impegnerà in prima persona per un viaggio in Indonesia per investigare i danni provocati dalla deforestazione in favore del temutissimo olio. Spiega che sarebbe meglio evitarlo, se non per la propria salute, almeno per i 50 oranghi che muoiono ogni giorno a causa dell'industria alimentare. Per la Maugeri gli oranghi, con i quali condividiamo il 99,8% del nostro DNA, sono un esempio di maternità, di forza e di famiglia. 

Purtroppo quando è stato il momento di farsi firmare il libro, ho dovuto seguire il mio cane fuori. Lei è la mia famiglia ed è stata abbastanza tempo ferma ad aspettare dentro i capannoni della fiera. Preferisco aver fatto tesoro delle parole di Paola e aver avuto modo di costruirmi su di lei un opinione personale, che avere una firma su di un libro per dire di aver avvicinato una star e non condividere pienamente il pensiero della stessa.

Per il resto il Vagan Days è stato molto deludente. Gli stand vegan erano pochissimi; grazie alla Kio-ene che ha offerto a tutti i passanti i suoi ottimi hamburger vegetali, incuriosendo tantissime persone ad acquistare i prodotti con lo sconto fiera.
Nel complesso però sono felice, è valsa la pena di alzarsi alle 6 del mattino. 



That's rock and roll baby...

martedì 27 ottobre 2015

Pizza vegana integrale - ricetta ed idee per ingolosire tutti!


Voglia di pizza? Qui a seguire vi propongo una personalissima idea per invogliare anche i più onnivori a provare una pizza vegan e semi-integrale, sana e gustosissima con la variante Calabrese con scamorza affumicata, tutto vegano!

L'impasto.

Prima di tutto si deve fare l'impasto, per i più "indaffarati, svogliati, etc.." questa prima parte si può saltare senza problemi procurandosi un impasto per pizza possibilmente con lievito naturale ed integrale. Per tutti i volenterosi:

Ingredienti:

200 g lievito madre rimfrescato la sera prima
500 g farina integrale
400 g grano duro
100 g farina 0
625 ml d'acqua
un cucchiaio d'olio evo
mezzo cucchiaino di zucchero di canna
mezzo cucchiaino di sale integrale

Suggerimenti:

Io uso le farine della Riper e quella di Grano Duro della Viviverde sia per il pane, che per la preparazione della pizza e mi sono sempre trovata molto bene. Come strumenti utilizzo la planetaria della Kenwood, un ottimo strumento per fare pane, pizza, torte, impasti e tanto altro.

Procedimento:
Sciogliere in una ciotola o nella planetaria il lievito madre con tutta l'acqua e l'olio, quindi aggiungere lo zucchero ed il sale. Una volta sciolto bene tutto il lievito madre (evitando grumi) procedere aggiungendo un pò alla volta tutta la farina. Con l'impastatrice: lasciarla in funzione per 10/15 minuti; per chi invece va di mano e polso impastare fino ad esaurimento forze. Create infine un panetto e fatelo lievitare per un'oretta. Passata questa prima lievitazione dividete l'impasto in più porzioni a seconda della forma e spessore che volete dare alle pizze (le dosi indicate bastano per 2 o 3 teglie classiche da forno), adagiate il tutto su un piano e fate lievitare per 5 ore. Passata la seconda lievitazione stendete gli impasti e lasciate lievitarli per un'altra mezzo'ora. Nel frattempo preparate le farciture.


Le farciture.

Ingredienti per la Calabrese:

Olio di extravergine di oliva quanto basta
2 spicchi d'aglio 
Origano quanto basta
1/4 di Chicca Verys 
1 Strachicco Verys 
10 gocce di Fumo Liquido (per dare l'effetto affumicato)
Peperoncino fresco quanto basta
Sale alle erbe quanto basta


Procedimento:

Partiamo dalla "scamorza affumicata vegan": per creare l'effetto affumicato ho tagliato lo Strachicco in striscioline larghe 3 millimetri e le ho disposte su un vassoietto. Ho cosparso lo stracchino vegan con le gocce di fumo (la quantità varia in base al livello di affumicatura che si vuole ottenere) ed ho coperto il tutto con della pellicola trasparente per 2 ore per fare insaporire bene lo Strachicco. 
Un'ora prima di infornare la pizza si può preparare anche l'olio per Calabrese. Per creare questo condimento basta tagliare l'aglio in piccoli pezzetti (più sono piccoli e meglio è), immergerlo nell'olio versato in una tazzina da caffè (con il contenuto di una tazzina di caffè piena a 3/4 ho avuto abbastanza condimento per la Calabrese e la Marinara), aggiungere l'origano, il sale ed il peperoncino in base al livello di sopportazione :) 
Qualche minuto prima di infornare, tagliare il quarto di Chicca, la vegan mozzarella. 
Visto che la mia teglia per la pizza è molto grande ho deciso di dividere in due gli spazi della prima pizza, quindi metà Calabrese e l'altra metà Marinara (la cui preparazione segue a breve).
Stendere l'impasto della pizza sulla teglia, con l'aiuto delle mani (con un pò d'olio sulle mani è molto più facile). Ora si può procedere alla guarnizione che è abbastanza personalizzabile in base ai gusti ed alla dieta:
io ho lasciato cadere un filo d'olio su tutta la metà dedicata alla Calabrese, ho messo le fettine di Chicca sparse, l'olio per Calabrese (quello con aglio, peperoncino ed origano) e poi le fettine di "Scamorza" coprendo bene tutta la superficie e per finire ancora qualche goccia di olio per Calabrese, avanzandone comunque quasi metà dose.


Ingredienti Marinara:

Olio della Calabrese avanzato
300 ml di passata di pomodoro Viviverde Coop
2 spicchi d'aglio 
Origano quanto basta
Sale alle erbe quanto basta

Suggerimenti: 

Io personalmente ho insaporito allo stesso modo il sugo per la Margherita che segue. Queste sono le dosi nel caso vogliate fare solo una teglia. Nel caso di 2 teglie si usa tutta la bottiglia di passata di pomodoro da 750 ml e si condisce come segue.

Procedimento:

Qualche ora prima di infornare la pizza faccio insaporire il sugo di condimento per la pizza Marinara. In una ciotola verso il sugo di pomodoro aggiungendo qualche cucchiaino di olio per Calabrese, origano, e i due spicchi d'aglio tagliati a metà. Aggiungo poi poco sale alle erbe.
Dopo un paio d'ore tolgo l'aglio ed il condimento è pronto. Se preferite potete fare cuocere una mezzoretta questo condimento per un sapore ancora più intenso.
Quindi con l'aiuto di un cucchiaio spargo il sugo sulla metà teglia rimanente e alla fine aggiungo l'olio Calabrese rimasto.

Inforno a 180° per 25 minuti. Tenete comunque d'occhio l'impasto. Quando al tatto è soffice, ma secco potrebbe essere pronto. A me personalmente la pizza piace ben cotta, quindi ho lasciato la teglia nel forno spento per altri 5 minuti.



La Margherita.

Ingredienti: 

1/2 di Chicca Verys
300 ml di sugo di pomodoro Viviverde Coop
2 spicchi d'aglio
2 cucchiai di olio di oliva extravergine
Qualche foglia di basilico
Origano quanto basta
Sale alle erbe quanto basta

Procedimento:

Per il sugo di pomodoro seguire lo stesso procedimento del sugo per la Marinara senza l'olio per Calabrese. Lasciare riposare il sugo per qualche ora per insaporire bene. Stendere sulla teglia l'impasto, aggiungere il pomodoro condito, la Chicca tagliata a fettine e qualche fogliolina di basilico.















Vegan salsiccia e funghi.

Ingredienti:

Salsiccia vegan al sugo
80 g di fiocchi di soia
1/2 tofu bianco
10 g di burro di soia/ olio d'oliva
1 spicchio d'aglio
1 piccola cipolla
20 ml di vino bianco
200 ml di passata di pomodoro Viviverde 
Rosmarino quanto basta
Sale quanto basta

Funghi
300 g di funghi (champignon)
10 gr di burro di soia/ margarina vegetale
1 dado vegetale senza glutammato
1 spicchio d'aglio
Prezzemolo fresco o surgelato quanto basta
Acqua quanto basta

Suggerimenti:

Io ho preparato questo sugo un giorno prima rispetto a quando ho preparato la pizza, per non trovarmi con troppe cose da fare. Con il doppio delle dosi potrete conservare questi sughi per altre preparazioni.

Procedimento salsiccia vegan al sugo:

In una ciotola versare i fiocchi secchi di soia e aggiungere 300 ml di acqua caldissma per reidratarli. Attendere un quarto d'ora e scolare l'eventuale acqua in eccesso.
Nel frattempo in una pentola fate scaldare il burro di soia e aggiungere la cipolla e l'aglio tagliati in piccoli pezzi, far soffriggere bene. Aggiungere i fiocchi di soia scolati e il tofu bianco fatto a pezzettini. Fate soffriggere per 5 minuti e poi aggiungete il vino, fate asciugare e poi aggiungete la passata di pomodoro, il rosmarino e il sale.
Con un coperchio lasciate andare il sugo per 2 ore a fuoco basso. Lasciate riposare e controllate che il sugo sia bello denso per la pizza. Si può lasciare più liquido se usato per condire pasta e lasagne.

Procedimento per i funghi:

In una casseruola mettete uno spicchio d'aglio tagliato a metà, il burro di soia, il dado e del prezzemolo. Lasciate sciogliere bene il burro e poi aggiungete 50 ml di acqua. Tagliare i funghi in tocchetti e versateli nella casseruola. Lasciate andare per 20 minuti mescolando di tanto in tanto e aggiungendo acqua quando serve. Lasciare riposare.















Sulla metà teglia di pizza rimanente stendete uno strato di salsiccia al sugo e aggiungete i funghi. Se volete potete aggiungere la parte restante di Chicca mozzarella vegan per rendere la pizza ancora più golosa! Infornare a 180° per 25 minuti.

Buon appetito!

mercoledì 21 ottobre 2015

The Leftovers - the must watch genial tormented TV series

I don't usually write about TV series, but I had to say something about this one: The Leftovers. Given that I have only seen the first season, I will talk about that. 
I felt the urge to say something about this TV drama, as soon as I finished watching the last episode of the first season.
All those doubts, feelings, and unexpressed emotions I have been feeling for a while were just there. Right in front of me while the TV was transmitting the images of the Guilty Remnants burning. 
When I watched the first episode, I hated it. Hated it. I hated it so much I couldn't stop watching until I loved it in a way you love things that hurt you. It was like the pain and irritation of what it was expressed by the characters, was so deep and profound, I found it indulgentI didn't get any of it, but I could feel it was moving something inside me, until I watched the episode 1x05 and I started to understand, to change my point of view on so many things I gave for granted. 
Gladys was illuminating. Not only I got the Guilty Remnants, but I thought that in all that calm chaos, they were the only ones thinking straight. When you deprive yourself of everything and concentrate on something, you can only get closer to your spiritual self.
I love the way a religious man like Reverend Matt Jamison (excellently portrayed by Christopher Eccleston) is so weak and scared, but still having his faith in the Bible and the strength it could derive from believing and letting all the resistance goes in favor of the Divine comprehension. 
I haven't seen season 2 yet, so probably everything I am saying is going to be screwed with new characters and a new plotline, just as it happened with Extant, but I hope not. The message behind this series is too important to lose it. The Leftovers is a genius show, so twisted and consuming that it perfectly matches with the uncertainties and fears we are facing right now with our future as humanity.
The scientists say we are too many, the planet is overpopulated, the resources are ending and our extinction is near. In this time of fear and deep uncertainty, all of our belief systems are collapsing under the weight of an apocalyptic future and this generation is facing one of the most difficult times of the human era.  
The Leftovers is crystal clear (an oxymoron for the co-creator of Lost), but it is what it is. Only when something big happens, you are ready to go back to religion, family, a group to join, faith, and mysticism. 
We all feel that something is about to happen, the Maya calendar said it would have happened in 2012, but it didn't. Many scientists like Gregg Braden are telling us that our conscience is shifting, feeling the arrival of a new era, where cooperation of intentions could really change reality in something better, or maybe just something that feels safer. 
Not knowing, after all, is the worst: should we buy a house if the world is ending? Should we invest if the financial market is so dangerous? Who knows? Really: who knows?
The hope for an optimistic future faded away when the internet led us out of our ignorance to make us face the ugly truth: everything is not all right. So who is left, the generation who is fully living these times, is facing a tremendous dilemma: should we ignore all the signals that something is wrong, or should we just stop pretending and take action? Do we need some Guilty Remnants to help us remember?
The Leftovers is the mirror of our times and it's so painful you want to hate it, but in the end, you love it because those disturbing thoughts are the same you had for all your life: who am I? What should I believe in? What's next? Where I come from and where I will go then? 
Maybe we all dream for a Wayne to take all the pain away, or maybe we can let our uncertainties and sufferings be our greatest teachers. 

After all, not knowing is all we have sometimes, even when is driving you crazy. Knowing is the end of the journey, and you rather keep walking in the dark, led by the feeble light of a consumed cigarette. 



lunedì 19 ottobre 2015

Biomigusta - prodotti vegani dal gusto Italiano

Qualche settimana fa, Pam Panorama ha organizzato una bellissima settimana di sconti, dove erano protagonisti prodotti vegani da banco frigo di varie marche. Premettendo che sto rivalutando moltissimo Pam per aver studiato una linea a marchio, sia vegan che biologica davvero interessante, ho approfittato di questi sconti per provare nuovi prodotti di marchi a me sconosciuti. Non vorrei sembrare una tirchia, ma i prodotti vegan sono costosi e alcune volte sono anche una delusione, quindi prima di fidelizzarmi ad una marca piuttosto che un'altra, approfitto degli sconti per testare le novità. Era la prima volta che vedevo il marchio Biomigusta, sia in Trentino che altrove. Ho deciso di acquistare quindi tutti i prodotti disponibili in quel momento: il ragù di seitan, l'affettato vegan di seitan alla rape rosse e quello alla curcuma ed il formaggio a fette. 


Il Vegan Cheddy Filù, pseudo cheddar vegano a fette, è un formaggio che si fa amare. La confezione da 100 gr contiene 5 fette, sufficenti a farcire 5 panini o una pizza rotonda, ma buono anche da mangiare così. Gli ingredienti sinceramente non mi dispiacciono: rispetto ad altri formaggi vegani c'è un buon bilanciamento di grassi e proteine grazie alla farina di lupino, terzo ingrediente non contando l'acqua che è il primo, seguito dall'olio di cocco, amido di patate e lupino appunto. In aggiunta negli ultimi posti roviamo sale, aroma naturale ed estratto di curcuma. 
La vera domanda, quando si parla di formaggio vegan è: ma fila e fonde? Che consistenza ha?
Rispetto ad altre fette di questo tipo, da freddo il formaggio vegan ha una buona consistenza anche se si rompe facilmente. Il gusto è sicuramente il vero punto a favore di queste fette: dolce, ma deciso, non coprente, si presta quindi bene sia nei panini come sostituto di Cheddar e/o famosi formaggi a fette, sia come mozzarella sulla pizza o come copertura per lasagne e torte salate.
Il Vegan Filù si scioglie. Ci vuole un po' di pazienza e una cottura lenta a temperatura bassa, ma alla fine si ottiene l'effetto che potete vedere nella foto e la consistenza in bocca cambia, simulando in modo quasi perfetto il formaggio filante di origine animale. 
Io lo consiglio, mi è piaciuto! E' versatile, carino da vedere e un buon modo per "iniziare" ai formaggi vegetali qualsiasi onnivoro, senza troppi traumi.

Il Ragù di Seitan Biomigusta viene venduto in un vasetto di vetro da 180 gr, sufficiente per condire la pasta per 2/3 persone e una porzione piccola di lasagne. Tra gli ingredienti principali troviamo verdure fresche, glutine di frumento per il seitan, brodo, spezie varie, olio extravergine d'oliva ed altre cose a mio parere comunque "sane".
Il contenuto calorico non è eccessivo con 129 Kcal per 100 gr di prodotto e 8 gr di proteine per lo stesso peso.
Io dovevo preparare la pasta per una cena tra amiche (la mia amica non è vegana ma solitamente non si accorge mai della differenza, quindi si presta a tutti i miei esperimenti :) ) ed ho scelto i Fusilli numero 178 della Felicetti al farro monograno. Conosco bene questa pasta e so che essendo quest'ultima molto porosa, necessita di un sugo bello avvolgente, leggermente liquido.
Ho versato quindi tutto il contenuto del vasetto di vetro Biomigusta in un pentolino ed aggiunto olio di oliva extravergine, pochissimo burro di soia e 100 ml di passata di pomodoro e lo ho lasciato andare per una mezzoretta.
Assaggiando il sugo ottenuto ho notato che il ragù Biomigusta è molto delicato, almeno per i miei gusti, quindi ho aggiunto sale alle erbe, pepe nero ed un pizzico di zenzero.
Una volta impiattati pasta e sugo ho aggiunto del formaggio vegan grattugiabile di Sheese per dare un gusto ancora più deciso al piatto. 

In linea generale tutti i prodotti Biomigusta che ho acquistato e provato mi sono piaciuti, seppur con qualche difettuccio (ma la perfezione non è di questo mondo e soprattutto c'è sempre tempo per migliorare) e li riacquisterò sicuramente! Ad essere sincera del Filù ho già divorato 3 confezioni, 2 di ragù di seitan e una di affettato di seitan. Sono contenta che un'azienda tutta Italiana, in questo caso di Vicenza, sia diventata una concorrente temibile per tutte le grandi aziende tedesce e svizzere che ormai hanno un'esperienza di moltissimi anni nella preparazione di prodotti vegan e soprattutto ampliano la scelta di prodotti vegani per noi consumatori, garantendo in più l'attenzione al gusto ed alle preparazioni tradizionali tipiche della nostra cucina nazionale. Spero di avere presto l'occasione di provare altre cose nuove!

venerdì 9 ottobre 2015

Perché praticare il Tai Chi Chuan può renderci persone (e lavoratori) migliori.

Tai Chi e lavoro: una disciplina antica come guida alla forza, alla strategia ed alla concentrazione nell’epoca digitale.



Pratico il Tai Chi Chuan dal 2008 e da un paio di anni sono diventata allenatrice di questa antica arte marziale (per chi non sapesse di cosa si tratta https://it.wikipedia.org/wiki/Taijiquan). Da qualche mese si è tornato a parlare di Tai Chi grazie ad un nuovo film, dove un attore molto, ma molto famoso pratica questa disciplina in un parco proprio nel trailer dello stesso.
Il Tai Chi è molto particolare, a differenza di un qualsiasi sport o attività, che una volta lasciata la palestra ti abbandona dietro la porta, il Tai Chi lo porterai dietro in tutto quello che fai, anche il lavoro.
Una persona che lo pratica e lo interiorizza e lo esternalizza di conseguenza, potrà averne grandi benefici durante tutto il giorno, quindi anche sul posto di lavoro, che sia manager, operaio, impiegato…
Prima di tutto questa disciplina porta alla rilassatezza mentale grazie ai movimenti lenti, gentili, ma potenti dal punto di vista energetico; la concentrazione richiesta sul proprio respiro e la propria energia interiore non permette alla mente di tornare sulle problematiche della giornata, quindi banalmente la pura pratica è già un modo eccellente per alleviare lo stress. Secondo, basta pensare al Tao, il simbolo del Tai Chi (per capirci quello bianco e nero dove yin e yang si incontrano in un abbraccio infinito), per capire quanto possa ispirarci nella nostra visione delle cose. Se in generale gli occidentali tendono a dividere: ciò che è bianco è bianco e non potrà diventare nero e viceversa, il Tao simboleggia l’unione e la trasformazione degli opposti. Tutto in Natura segue le leggi del Tao, da sempre. Yin e yang sono molto chiari su questo: il bianco alla massima espansione fa nascere il nero il quale a sua volta alla sua massima espansione fa nascere il bianco e questo circolo energetico è sotto gli occhi di tutti. Tao significa via, percorso e chiunque abbia mai frequentato una scuola di arti marziali sa che non sta imparando dei passi scollegati per diventare il nuovo Chuck Norris, ma che sta intraprendendo un viaggio senza fine, dove non si smette mai di imparare e perfezionarsi. Questo è un buon supporto mentale e fisico anche per il lavoro. Nessuno dovrebbe sentirsi “arrivato”, non si può mai smettere di imparare o di cercare di fare dei passi avanti nel proprio percorso. Tutto intorno si evolve, anche il mercato, e chi si ferma guardando il mondo dall’alto in basso è perduto. Un’altra caratteristica del Tai Chi che si rivela fondamentale nel lavoro è la flessibilità, la cedevolezza: se io cerco di tirare nella direzione opposta, il mio avversario tirerà più forte e ci faremo male entrambi, probabilmente rimanendo bloccati per molto tempo. Se io cedendo leggermente vado nella direzione del mio avversario, facendolo avanzare con forza, potrò usare la sua stessa forza insieme alla mia per metterlo al tappeto. Semplicemente può anche significare che a volte si deve smettere di combattere o opporsi a tutto fino a quando non si è ceduto leggermente per capire il punto di vista opposto, comunque sia, anche nel mondo del lavoro, e degli affari, chi tira sempre e solo nella sua direzione si stancherà molto e prima o poi si farà del male.
Il Tai Chi mi fa venire in mente il lavoro di Geert Hofstede, che ho studiato all’università nel corso di International Management. Nei suoi studi sulle dimensioni culturali e quindi manageriali nei diversi paesi del mondo, descrive la cultura lavorativa cinese come “collettiva” (per maggiori informazioni a riguardo http://geert-hofstede.com/china.html) e con una visione a lungo termine sulle cose. Dal punto di vista manageriale, emerge sempre più la necessità di coinvolgere ogni reparto nella visione di insieme del progetto a lungo termine per rendere partecipi i lavoratori con due vantaggi: fare sentire ogni persona indispensabile alla realizzazione del progetto di insieme, spingendoli a fare meglio e trasferire competenze extra reparto ai responsabili formandoli in modo olistico sulla visione di lungo termine, incentivandoli e responsabilizzandoli. Il Tai Chi stesso da grandi benefici se praticato un po’ tutti i giorni, sarà quindi responsabilità di ogni allievo prendere quanto imparato per decidere autonomamente di prendersi cura di sé stesso e della propria salute. Ultimo, ma non meno importante, il Tai Chi è molto energetico e praticato il mattino può rivelarsi molto utile per affrontare una giornata di lavoro in modo rilassato, ma attivo, quindi l’energia del caffè, ma senza il nervosismo della caffeina.
Rispetto, disciplina, energia e lavoro interiore sono gli ingredienti segreti del Tai Chi e la cosa positiva è che non ci sono limiti d’età. Consiglio vivamente a tutti di provare a frequentare alcune lezioni di Tai Chi e poi valutarne i benefici nella vita di tutti i giorni.

“Colui che conosce il proprio obiettivo, si sente forte: questa forza lo rende sereno; questa serenità assicura la pace interiore; solo la pace interiore consente la riflessione profonda; la riflessione profonda è il punto di partenza di ogni successo”

Lao Tze

Tao Te Ching verso 16 - verse 16 - ITA and ENG

  "Ritornare alle radici significa trovare la pace. Trovare la pace significa onorare il proprio destino. Onorare il proprio destino è ...