giovedì 27 maggio 2021

Tao Te Ching - Verse 14 - ITA and ENG


Dopo più di un anno ho deciso di riprendere in mano lo studio e l'analisi del Tao Te Ching, un percorso che avevo abbandonato verso la fine del 2019, a causa di una serie di eventi travolgenti ed imprevedibili. 🇬🇧
Poi, quando tutto si è fermato, ho tentato di riavvicinarmi a questo testo, ma ormai la mia testa era troppo piena e confusa per ricollegarsi a quel libro che parlava di vuoto, di calma e di equilibrio e così lo ho messo da parte, come uno scomodo ricordo lontano del quale non ci si vuole occupare.
Certi libri però hanno una loro magia particolare e proprio mentre spolveravo una mensola, mi è caduto sul piede facendomi subito ricordare di quanto fossi legata a questo testo e ai suoi insegnamenti.
Così, curiosa e affamata di nuove rivelazioni, ho ripreso il libro da dove l'avevo lasciato al capito 14.
Proprio nella parte finale di questo verso c'è una frase che pare risuonare in perfetto accordo con le domande che mi stanno affliggendo in questo periodo complicato della mia vita: "Tieni saldo il Dao degli antichi per governare l'esistenza presente".

Questa immagine di forza e stabilità mi ha fatto subito pensare alla totale mancanza di controllo e fermezza che mi contraddistingue quando non riesco a raggiungere i miei obiettivi nei tempi e nei modi da me stabiliti.
Perdere il controllo significa perdere la via, cercando in ogni modo di lottare controcorrente, in balia delle emozioni e di un senso distruttivo di impotenza e paura.
Ed è proprio in questo mare tempestoso che sapere che esiste una via naturale, legata ad un movimento sicuro e costante, può aiutarmi a non perdermi completamente.
La verità è che l'idea di guardare voracemente al futuro per trovare soluzioni a problemi presenti mi ha aiutata in alcune circostanze, ma ferita terribilmente in molte altre.
Quello che vorrebbe dirmi questo verso, almeno credo, è che il presente è in realtà il culmine di una lunga via di saggezza e pace che ha origine in un'antichità a me sconosciuta ed inafferrabile.
Il futuro allora dovrebbe cessare di essere un problema o la fonte improbabile delle mie soluzioni, ma piuttosto il culmine di questo presente che sto vivendo ora.

Questo percorso temporale crea così un filo, una connessione solida e rincuorante tra passato, presente e futuro, ricordandomi che solo seguendo la natura delle cose è più facile trovare la lucidità per affrontare afflizioni e problemi vari.
Forse in questa avventura legata al mio libro mi è mancata proprio la consapevolezza, la saggezza e la pazienza, una visione globale delle cose che mi calmasse dall'ansia e dalla paura che mi tormenta ogni giorno quando mi focalizzo sugli errori passati e sui desideri futuri.
Grazie a questo capitolo mi sono resa conto che, come spesso mi capita, ho focalizzato tutta la mia attenzione sulla partenza e sull'arrivo, ignorando quasi completamente l'importanza del viaggio, i suoi insegnamenti ed il suo valore.
A volte, quando sento di non poter vincere contro cose più grandi di me, dovrei ricordarmi che la via della natura ha sempre una risposta, un motivo d'essere e di esprimersi, ed è proprio in questa dimensione autentica e tangibile, che vorrei ricominciare a vivere questa avventura con più pace ed apprezzamento.
🇬🇧
After more than a year I decided to resume the study and analysis of the Tao Te Ching, a path that I had abandoned towards the end of 2019, due to a series of overwhelming and unpredictable events.
Then, when everything stopped, I tried to get closer to this text, but by now my head was too full and confused to reconnect with that book that talked about emptiness, calm, and balance and so I put it aside as if an uncomfortable distant memory that you don't want to worry about.
Some books, however, have their own particular magic and just as I was dusting a shelf, it fell on my foot making me immediately remember how attached I was to this text and its teachings.
So, curious and hungry for new revelations, I picked up the book from where I had left it in chapter 14.
Right in the final part of this verse, there is a sentence that seems to resonate in perfect agreement with the questions that are afflicting me in this complicated period of my life: "Hold firm the Dao of the ancients, to govern the present existence".
This image of strength and stability immediately made me think of the total lack of control and firmness that distinguishes me when I am unable to reach my goals in the times and ways I set.
Losing control means losing the way, trying in every way to fight against the current, at the mercy of emotions, and a destructive sense of helplessness and fear.
And it is precisely in this stormy sea that knowing that there is a way of nature, linked to a safe and constant movement, can help me not to lose myself completely.
The truth is that the idea of voraciously looking to the future to find solutions to present problems has helped me in some circumstances, but hurt me terribly in many others.
What this verse would like to tell me, at least I think, is that the present is actually the culmination of a long path of wisdom and peace that originates in antiquity unknown and elusive to me.
The future should then cease to be a problem or the unlikely source of my solutions, but rather the culmination of this present that I am experiencing now.
This time path thus creates a thread, a solid and heartening connection between past, present, and future, reminding me that only by following the nature of things is it easier to find the clarity to face various afflictions and problems.

Perhaps in this adventure linked to my book, I have really lacked awareness, wisdom, and patience, a global vision of things that calmed me from the anxiety and fear that torments me every day when I focus on past mistakes and future desires.
Thanks to this chapter I realized that, as often happens to me, I have focused all my attention on departure and arrival, almost completely ignoring the importance of the journey, its teachings, and its value.
Sometimes, when I feel I cannot win against things greater than myself, I should remember that the way of nature always has an answer, a reason to be and to express itself, and it is precisely in this authentic and tangible dimension that I would like to start over with more appreciation and peace.

domenica 16 maggio 2021

Coltivare le passioni, un racconto breve - Cultivating passions, a short story ITA and ENG



Un giorno, stanca di vedere i miei sogni seccarsi come semi vecchi in un cassetto, presi la mia zappa, i miei stivali di gomma, una manciata dei miei desideri e mi misi alla ricerca di un terreno dove poter dare spazio alle mie fantasie.

Rimasi stupidamente stupita nel vedere che gran parte della mia immaginazione si era inaridita sotto il cocente sole della disillusione e dell'immobilità creativa, mentre l’altra era quasi completamente stagnante, bagnata, affogata in valli di lacrime nutrite da paure più o meno realistiche e dalla mancanza di fiducia in me stessa e nel mio estro. 

Vagai con i miei semi chiusi nel pugno serrato e la zappa che mi trascinavo dietro a fatica per giorni, mesi, anni... fino a quando un giorno non incontrai un piccolo cancello.

Sull'inferriata vi era affisso un piccolo cartello realizzato su una placca di ottone e decorato con smalti colorati che diceva: "Giardino segreto - vietato l’ingresso agli adulti spenti e senza fantasia".

Ridendo spinsi quella piccola struttura cercando di forzare il lucchetto dorato che la teneva chiusa, ma il cancello non si aprì e parve invece diventare più grande e pesante.

Per un attimo mi fermai a pensare con cosa avrei potuto rompere il lucchetto e improvvisamente mi ricordai della zappa! 

Così, sicura del mio strumento, presi il mio attrezzo le battei con forza contro il lucchetto e contro la serratura, ma non accadde nulla. 

Dopo svariati tentativi la zappa si scheggiò e ormai sconfitta decisi di sedermi ad osservare il mio nemico di ferro battuto, quando notai che il lucchetto non era un sigillo qualsiasi, ma bensì la chiusura del mio diario segreto, un reperto antico che conservavo in qualche libreria ormai sommerso da libri adulti e sogni più attinenti alla mia realtà.

Adoravo quel diario, ci avevo scritto tante cose e fu il mio compagno di strada fino a quando non compii sedici anni e mi parve doveroso chiuderlo per sempre.

Quel libro segreto, così tenero e perfetto, aveva un solo grande difetto: il lucchetto era difettoso e mia nonna mi dovette mostrare un trucco per poterlo forzare senza rompere la piccola chiave a seguito delle mie scene di disperazione e afflizione totale.  

Allora quell’apertura mi parve come una fantastica magia, perché allora sapevo credere nei piccoli gesti, nelle coincidenze e nel buon cuore delle persone e quello spesso mi bastava per spalancare porte, portoni e limiti di ogni tipo. 

Mentre sedevo ancora incredula davanti al cancello sbarrato mi resi finalmente conto che la mia razionalità, il mio scudo invisibile contro tutto e tutti, mi aveva chiusa dentro e fuori, impedendomi di trovare soluzioni creative ai miei problemi e agli ostacoli della vita.

Senza nemmeno accorgermene con il tempo avevo perso la capacità di sognare, di credere nelle cose, nelle persone e nelle mie capacità ed era ormai chiaro che non sarebbe certo bastata una zappa per piantare e coltivare i semi dei sogni e delle passioni. 

Così, con uno sforzo sovrumano di coraggio e di confidenza, forzai il lucchetto ripensando ai gesti della nonna, alle sue mani magre e alla sua pelle translucida, ai suoi occhi socchiusi e ai suoi movimenti decisi e fiduciosi e provai a ripeterli ritrovando quel desiderio di magia e stupore che avevo gradatamente spento e dimenticato.

Senza troppo impegno fisico il cancello si aprì, e con il cuore sorridente e l'entusiasmo di una bambina entrai nel giardino segreto. 

Lì ogni cosa era ricca, fertile, luminosa e viva. 

Lasciai la zappa e iniziai a scavare con le mani, sporcandomi da testa a piedi e ridendo della mia cocciutaggine e delle mie inutili rimostranze.

In un paio di ore seminai tutti i semi che mi erano rimasti e li annaffiai con l'acqua della volontà e della determinazione. 

Da quel giorno ricominciai a coltivare le mie passioni, a dedicarci del tempo, a prendermene cura, permettendomi di sporcarmi di terra, di bagnarmi con l'acqua, di lasciarmi scaldare dal calore del sole e cullare dalla voce del vento.

Le piante non sono grandi come avrebbero potuto esserlo se avessi iniziato subito questo percorso, ma stanno crescendo e sono vive, e in fondo non mi spiace affatto crescere con loro e imparare anche a coltivare me stessa. 

domenica 2 maggio 2021

La magia delle piccole cose - The Magic in little things


La magia per me ha sempre rappresentato una sfida stimolante: da una parte c'era il desiderio di credere in qualcosa di superiore ed incantato, dall'altra la voglia di poter spiegare anche i fatti più incomprensibili con la logica ed il metodo scientifico.

Nel mio libro ci sono molti passaggi che ricalcano questo mio confronto interiore ed ho cercato di lasciare un buon margine di libertà al lettore per poter fare altrettanto.
Crescendo però ho incontrato altri tipi di magia, definizioni che poco avevano a che fare con formule magiche o scope volanti, ma vere e proprie zone d'ombra che si mescolavano ed intrecciavano tra incanto, fede, meraviglia e osservazione della realtà. 
E se la magia fosse un'emozione, più che una capacità?
Non è forse un sortilegio quella lampadina che si accende nella testa e che crea delle storie meravigliose attingendo da cose viste e sentite chissà quando o addirittura inventando dal nulla nuovi mondi, paesaggi e linguaggi?

Non è forse un incantesimo quella sensazione di pienezza alla pancia quando tutto sembra accadere nel momento giusto e al posto giusto, facendoci sentire in completa sincronia con l'universo?
Non è forse una stregoneria sorprendente la capacità che ha uno scrittore di descrivere una situazione creando un filo invisibile con l'abilità del lettore di saper immaginare a modo suo quella stessa identica scena, creando una moltitudine di film mentali tutti interconnessi tra loro?
Certo tutto questo si può spiegare con la fisica quantistica, con la capacità umana di riprodurre dati ed immagini sulla base della formazione e dell'influenza esterna o ancora con tutte le cose che dobbiamo ancora scoprire riguardo al funzionamento del nostro cervello. 
Eppure, sento che non sarebbe giusto togliere la magia da questo mondo.
L'incanto è la spinta che ci porta a creare cose nuove, a darci forza nei momenti più difficili, a giocare con ciò che ci circonda e a tentare, spesso invano, di interpretare i sentimenti altrui.

Per me la magia sarà sempre presente in un sorriso spontaneo, in un fiore che sboccia, in una candela che brucia, in una tazza di tè caldo tra le mani, in un pensiero che riempie il cuore e lo fa sussultare di speranza. 

Tao Te Ching verso 16 - verse 16 - ITA and ENG

  "Ritornare alle radici significa trovare la pace. Trovare la pace significa onorare il proprio destino. Onorare il proprio destino è ...