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Incompiuto.
Quando scende la neve e fuori c’è solo la luce debole del crepuscolo, io penso sempre alle cose incompiute.
La neve copre tutto: le macchie di olio sull’asfalto, lo sporco lasciato a terra dagli esseri disumani, i ciottoli ben disposti nei vialetti, le buche scavate a metà dei lavori in corso e l’erba ingiallita di dicembre.
E allora ricordo tutte quelle cose cosparse da finti sorrisi, stupide scuse e mancanza di coraggio, che sono state lasciate sospese, coperte da tanti strati e congelate per anni, immobili e perfettamente conservate nel loro stato di rinuncia ed abbandono.
Non solo cose, soprattutto parole, intenzioni, idee, sentimenti, amicizie ed amore.
Immagini candide, meravigliosamente bloccate nel tempo, istantanee di attimi che non torneranno più, simboli brucianti delle mie incapacità, rimorsi che crepano il cuore e tagliano il respiro.
Ho intera biblioteca di “incompiuti”, di tutto quello che poteva essere e non è mai stato, spesso per mia volontà, altre volte per via di eventi incontrollabili, tempi sbagliati, diacronie ed imprevidenza.
Così, quando cade la neve non posso fare a meno che pensare al mio personale giardino d’inverno, dove custodisco questa raccolta di nature morte e vago sospirando in cerca di conforto.
Forse per questo non amo l’inverno, forse per questo vorrei vivere in un’eterna primavera delle seconde occasioni, forse per questo non sopporto il gelo esterno e forse per questo sono sempre alla ricerca del fuoco e del suo soffio vitale.
Sotto la coltre bianca, qualcosa troverà eterno riposo, ma qualcos’altro, con grande forza e determinazione, saprà rifiorire in primavera e allora tornerà anche il senso di compiutezza e la voglia di riprovarci.
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Photo by Austin Neill on Unsplash |
"Ritornare alle radici significa trovare la pace. Trovare la pace significa onorare il proprio destino. Onorare il proprio destino è ...