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lunedì 26 marzo 2018

Monday Motivation - do what you love, love what you do




By teaching and preparing classes, I train 30 almost hours a week, more or less. Mostly is Tai Chi (even if it looks easy it takes a lot of training and work on legs and arms), then there are Total Body and Kardio Kombat classes. In the meantime I also write classes, choose music and study. Many weekends I have to attend workshops and classes to improve my teaching skills. Is it worth it? Yes, but only if you love what you do. There are days when I lie on the floor and the only thing I want is to rest and not to move a single muscle for days. Then I realize that I can do it, I must do it, so I stand up and I keep working. Why? Mostly because I love what I do, but also because I know I want to do it. 

After each workout, I feel better, stronger, more accomplished. Plus when I practice Tai Chi is not only about the body, but also about an expansion of my mind potential. When I add something new to classes, I'm happy and customers are happy. Curiosity and research make my job better, for me and for the people I train with. My motivation is to improve every day, to do something different every day and to test myself every day. Mostly I push myself because I know where I want to go and how. I know that limits are only in my head and I do my best to overcome them. 

So it's ok to lie on the floor and rest, rest is yin, work is yang and we need them both. 

Your work is going to fill a large part of your life, and the only way to be truly satisfied is to do what you believe is great work. And the only way to do great work is to love what you do. If you haven't found it yet, keep looking. Don't settle. As with all matters of the heart, you'll know when you find it. 
- Steve Jobs -



sabato 23 luglio 2016

La "mia" felicità - una nuova sfida, una nuova vita

Tutti gli esseri umani vogliono essere felici; peraltro, per poter raggiungere una tale condizione, bisogna cominciare col capire che cosa si intende per felicità.
-Jean-Jacques Rousseau-

Fare un lavoro che si ama non è facile. Sarebbe più facile lavorare in un ufficio, avere un orario fisso e uno stipendio garantito. Sarebbe più facile per il 95% delle persone. Sarebbe più facile soprattutto per i commenti delle persone, perchè certi lavori sono considerati di serie B, perchè con una laurea, tre lingue e innumerevoli corsi sarebbe stupido. Eppure non posso dare un prezzo alla mia felicità, alla mia soddisfazione, alla bellezza di poter andare a lavorare e divertirmi, condividere, capire ed esplorare. Fare ciò che si ama comporta tanti sacrifici, fa paura e spesso si ricevono delle delusioni, ma c'è anche tanta gioia, ci sono i sorrisi delle persone e la prima volta che ti dicono: grazie, mi sento meglio dopo lezione! Oppure: io faccio gli esercizi di chi kung anche a casa. Forse vivere così è più difficile e richiede qualche rinuncia, ma per me è questa la vita vera, poter scegliere. Almeno potrò dire di averci provato <3


venerdì 9 ottobre 2015

Perché praticare il Tai Chi Chuan può renderci persone (e lavoratori) migliori.

Tai Chi e lavoro: una disciplina antica come guida alla forza, alla strategia ed alla concentrazione nell’epoca digitale.



Pratico il Tai Chi Chuan dal 2008 e da un paio di anni sono diventata allenatrice di questa antica arte marziale (per chi non sapesse di cosa si tratta https://it.wikipedia.org/wiki/Taijiquan). Da qualche mese si è tornato a parlare di Tai Chi grazie ad un nuovo film, dove un attore molto, ma molto famoso pratica questa disciplina in un parco proprio nel trailer dello stesso.
Il Tai Chi è molto particolare, a differenza di un qualsiasi sport o attività, che una volta lasciata la palestra ti abbandona dietro la porta, il Tai Chi lo porterai dietro in tutto quello che fai, anche il lavoro.
Una persona che lo pratica e lo interiorizza e lo esternalizza di conseguenza, potrà averne grandi benefici durante tutto il giorno, quindi anche sul posto di lavoro, che sia manager, operaio, impiegato…
Prima di tutto questa disciplina porta alla rilassatezza mentale grazie ai movimenti lenti, gentili, ma potenti dal punto di vista energetico; la concentrazione richiesta sul proprio respiro e la propria energia interiore non permette alla mente di tornare sulle problematiche della giornata, quindi banalmente la pura pratica è già un modo eccellente per alleviare lo stress. Secondo, basta pensare al Tao, il simbolo del Tai Chi (per capirci quello bianco e nero dove yin e yang si incontrano in un abbraccio infinito), per capire quanto possa ispirarci nella nostra visione delle cose. Se in generale gli occidentali tendono a dividere: ciò che è bianco è bianco e non potrà diventare nero e viceversa, il Tao simboleggia l’unione e la trasformazione degli opposti. Tutto in Natura segue le leggi del Tao, da sempre. Yin e yang sono molto chiari su questo: il bianco alla massima espansione fa nascere il nero il quale a sua volta alla sua massima espansione fa nascere il bianco e questo circolo energetico è sotto gli occhi di tutti. Tao significa via, percorso e chiunque abbia mai frequentato una scuola di arti marziali sa che non sta imparando dei passi scollegati per diventare il nuovo Chuck Norris, ma che sta intraprendendo un viaggio senza fine, dove non si smette mai di imparare e perfezionarsi. Questo è un buon supporto mentale e fisico anche per il lavoro. Nessuno dovrebbe sentirsi “arrivato”, non si può mai smettere di imparare o di cercare di fare dei passi avanti nel proprio percorso. Tutto intorno si evolve, anche il mercato, e chi si ferma guardando il mondo dall’alto in basso è perduto. Un’altra caratteristica del Tai Chi che si rivela fondamentale nel lavoro è la flessibilità, la cedevolezza: se io cerco di tirare nella direzione opposta, il mio avversario tirerà più forte e ci faremo male entrambi, probabilmente rimanendo bloccati per molto tempo. Se io cedendo leggermente vado nella direzione del mio avversario, facendolo avanzare con forza, potrò usare la sua stessa forza insieme alla mia per metterlo al tappeto. Semplicemente può anche significare che a volte si deve smettere di combattere o opporsi a tutto fino a quando non si è ceduto leggermente per capire il punto di vista opposto, comunque sia, anche nel mondo del lavoro, e degli affari, chi tira sempre e solo nella sua direzione si stancherà molto e prima o poi si farà del male.
Il Tai Chi mi fa venire in mente il lavoro di Geert Hofstede, che ho studiato all’università nel corso di International Management. Nei suoi studi sulle dimensioni culturali e quindi manageriali nei diversi paesi del mondo, descrive la cultura lavorativa cinese come “collettiva” (per maggiori informazioni a riguardo http://geert-hofstede.com/china.html) e con una visione a lungo termine sulle cose. Dal punto di vista manageriale, emerge sempre più la necessità di coinvolgere ogni reparto nella visione di insieme del progetto a lungo termine per rendere partecipi i lavoratori con due vantaggi: fare sentire ogni persona indispensabile alla realizzazione del progetto di insieme, spingendoli a fare meglio e trasferire competenze extra reparto ai responsabili formandoli in modo olistico sulla visione di lungo termine, incentivandoli e responsabilizzandoli. Il Tai Chi stesso da grandi benefici se praticato un po’ tutti i giorni, sarà quindi responsabilità di ogni allievo prendere quanto imparato per decidere autonomamente di prendersi cura di sé stesso e della propria salute. Ultimo, ma non meno importante, il Tai Chi è molto energetico e praticato il mattino può rivelarsi molto utile per affrontare una giornata di lavoro in modo rilassato, ma attivo, quindi l’energia del caffè, ma senza il nervosismo della caffeina.
Rispetto, disciplina, energia e lavoro interiore sono gli ingredienti segreti del Tai Chi e la cosa positiva è che non ci sono limiti d’età. Consiglio vivamente a tutti di provare a frequentare alcune lezioni di Tai Chi e poi valutarne i benefici nella vita di tutti i giorni.

“Colui che conosce il proprio obiettivo, si sente forte: questa forza lo rende sereno; questa serenità assicura la pace interiore; solo la pace interiore consente la riflessione profonda; la riflessione profonda è il punto di partenza di ogni successo”

Lao Tze

domenica 22 febbraio 2015

La forza del gioco di squadra

Non ho mai creduto nel gioco di squadra, che si trattasse di vita o di lavoro. Ho sempre pensato che valesse sempre e comunque la legge del chi fa da sé fa per tre e che nessuno volesse fare i miei interessi, poiché non avrebbe tratto alcun beneficio nel sostenermi. Questo è appunto quello che ho sempre creduto, ma visto che solo gli stolti non cambiano idea, ho ritrovato fiducia nell'umanità, soprattutto ho capito che l'individualismo sfrenato si può superare, anche nei luoghi più inaspettati.

Nell'ultimo anno ho cambiato più volte posto di lavoro, e per quanto alcune di queste esperienze possano essere state brevi, ho capito cosa volesse dire giocare di squadra. I miei colleghi e colleghe sono stati degli amici, dei complici e mi hanno sostenuta anche quando io sono arrivata come l'uragano rivoluzionario che sono, sempre in cerca di miglioramento, cambiamento e sconvolgimento.

Quando ero a scuola ho sempre odiato i lavori di gruppo: ero sempre quella che lavorava di più e doveva lottare perché gli altri le stessero al passo; con la mia innata presunzione di dover essere sempre la migliore in tutto, non potevo concepire l'idea di lasciare spazio agli altri e lasciarli esprimere o cambiare le mie visioni. La maggior parte delle volte avevo oggettivamente ragione, ma non per questo era giusto spazientirsi o chiudersi sempre e comunque nella bolla dell'individualismo e della presunzione. La cooperazione per me significava essere l'eroe che salvava gli altri in difficoltà con i suoi mezzi e le sue condizioni, e difficilmente ho condiviso qualcosa se sospettavo che altri avrebbero cercato di cambiarla.

Non pensavo che il lavoro sarebbe stato diverso, in molte occasioni effettivamente non lo è stato, ma ultimamente, forse perché sono cambiata io, ho  scoperto il gioco di squadra. Quello che per me era solo leggenda, una voce da manuale che poteva servire per il curriculum, era divenuta una realtà tangibile e mi ritrovavo a condividere, discutere ed ascoltare. Mi domando ancora se non sia solo io a vedere la realtà in modi nuovi ed avere assorbito i concetti new age che parlano di realtà relativa, dove i nostri pensieri costituiscono la realtà che percepiamo e crediamo appunto "reale"; se non sia io ad illudermi che i piccoli gesti ed il coordinamento tra più persone costituiscano il gioco di squadra, il senso di comunità e di visione globale della problematica da risolvere. Mi chiedo se tutte le volte che ho creduto di sapere chi avessi davanti ed ho sbagliato, non fossero state altro se non lezioni da imparare ed abbia sopravvalutato le mie percezioni recenti. La mia fiducia non la ha conquistata ancora nessuno, non dopo tutto quello che ho passato nella mia vita, ma voglio credere che esista il potenziale perché le cose cambino. Credo che esistano delle persone di buon cuore, persone generose anche lavorativamente parlando, pronte a condividere risposte e conoscenze che hanno sudato per anni; credo che il gioco di squadra esista e che a volte basti uno sguardo per comprendere gli stati d'animo, i pensieri e le esigenze altrui.

I colleghi sono infondo la ciurma di una nave, dove non ha importanza se il capitano sia bravo o meno, la cosa importante è che comunque vada ci sarà una squadra che potrà sempre salvare la nave con un ammutinamento se necessario, che riporterà tutti in porti sicuri, che sarà pronta a ripescarti quando cadrai in mare perché la tempesta sarà troppo forte e non avrai le forze per rimanere aggrappato alla cima. Mi sono sempre imbarcata contando solo sulle mie forze e lo farò ancora, ma posso sorridere guardando l'orizzonte fiduciosa che scenderò dalla nave con la forza di tutta la ciurma ad accompagnarmi nel mio prossimo viaggio.

Tao Te Ching verso 16 - verse 16 - ITA and ENG

  "Ritornare alle radici significa trovare la pace. Trovare la pace significa onorare il proprio destino. Onorare il proprio destino è ...