A volte penso a
come sarebbe la mia vita se solo non me ne importasse: se non mi
importasse più dei pesticidi, degli ogm, del tiip, dei diritti degli
animali e del benessere del pianeta.
Come sarebbe la mia
vita se il mio primo pensiero la mattina non fosse controllare se
all'alba vi fossero state irrorazioni selvagge, guardare quanti nuovi
iscritti vi fossero stati alla pagina di No Pesticidi, cercare di vivere con il minor impatto possibile e mantenere il focus sull'ambiente tutto il
tempo?
Come sarebbe andare al supermercato e buttare le
cose nel carrello a caso, senza nemmeno leggere le etichette o senza
nemmeno sapere se si trattasse di un prodotto di una multinazionale o di un
locale? Come sarebbe prendere la prima verdura che capita anziché
recarsi alla Biocesta e lavare tutta la terra biologica, tagliare via
insetti e vermetti per riportarli nella terra?
Come
sarebbe la vita se io non pensassi alla sofferenza di tutti gli animali
chiusi in allevamenti lager, trasportati su camion sotto il sole estivo
senza acqua e cibo?
Certo sarei meno stressata,
perché inutile negarlo, questa realtà quando inizi a percepirla, è
stressante. Improvvisamente ti rendi conti che ci sono tante cose che
non puoi cambiare subito e questo è molto frustrante, ti rendi conto che
le cose che puoi cambiare subito, sono una piccola goccia nel mare e
vorresti subito di più. Ogni giorno brami per convincere chi ti sta
vicino ad aprire gli occhi, ma sapendo che i percorsi di consapevolezza
richiedono tempo e sono solitari, non esageri ed aspetti.
La
mattina leggi notizie su cani torturati, mucche cadute dai camion in
strada, pulcini tritati, scimmie smembrate. Come potresti stare bene?
Come potresti umanamente non pensare a chi soffre in modo deliberato per il
piacere umano? Certo, la vita sarebbe un'altra cosa, sarebbe una specie
di sogno nebuloso ad occhi semichiusi.
Potrei vivere e sopravvivere
facendo finta di niente, pensando che io non posso cambiare nulla,
pensando che in fondo non sono io a dover fare la differenza e che alla
fine decidono sempre i potenti. Potrei, ma non posso. Potrei, ma non
voglio.
Mi importa, mi importa così tanto che sono
disposta a stressarmi, mi importa così tanto che sono disposta a farmi
venire l'angoscia, mi importa così tanto da perderci ore tutti i giorni.
Mi importa perché non potrei vivere normalmente ora che so la verità,
ora che sono consapevole e so che anche il mio contributo conta.
Mi
importa perché ci sono tante persone alle quali importa e io sono
fondamentale quanto tutti loro, mi importa perché ogni giorno risparmio
acqua e risorse che andrebbero sprecate negli allevamenti intensivi, mi
importa perché non potrei guardarmi allo specchio sapendo di aver tratto
piacere nel mangiare un animale con gli stessi occhi del mio cane.
Mi
importa perché infondo so di aver sempre saputo la verità, in cuor mio
ho sempre saputo quale fosse la scelta giusta, anche se tentavo di
coprirla con assurde scuse.
Mi importa perché anche un
solo animale salvato conta, perché anche solo un agricoltore che sceglie
bio al posto dell'intensivo conta, perché tutto è interconnesso e
quello che prendi poi lo devi restituire.
Forse un
giorno imparerò a fare tutto questo senza stressarmi, forse ora sono
ancora troppo incredula di come funzioni davvero il mondo e mi devo
ancora aggiustare.
E' un po' come quando si addormenta un
braccio, fino a quando non lo muovi non fa male, non senti niente.
Quando decidi di "risvegliarlo" fa male, malissimo, punge ed è un processo
piuttosto doloroso e lungo, ma alla fine riesci a recuperare
completamente la percezione del tuo braccio.
Diventare
consapevoli di quello che ci accade attorno a noi è esattamente la stessa
cosa, dapprima ci crogioliamo in quell'intorpedimento perfetto e poi
quando iniziamo la fase di risveglio stiamo male, ci arrabbiamo, non
capiamo i perché e non sappiamo nemmeno se stiamo compiendo tutte le
mosse giuste, ma eventualmente ci aggiustiamo e finalmente ci svegliamo.
Se solo non mi importasse, sarebbe più facile, ma sarebbe solo finzione.